New York, 1 agosto 1819 nasce Herman Melville. Non saranno sufficienti i soliti tre paragrafi che utilizzo per proprorvi un libro o discutere di uno scrittore perchè lo stile di questo poeta e critico letterario è felicemente ingombrante. Per molti lettori pensare a Melville significa riportare alla mente la caccia alla balena, un capolavoro indiscutibile, ma oggi per festeggiare duecento anni voglio proporvi di leggere un romanzo riportato alla luce dalla casa editrice CartaCanta grazie al lavoro di Dario Pontuale che cura la prefazione di una pubblicazione edita per la prima volta nel 1957 da Cappelli e dall’epoca mai più riproposto: La nave di vetro. Redburn: la sua prima avventura. Presentato nella stessa identica traduzione di Alfredo Rizzardi contiene la postfazione della figlia Bianca Maria Rizzardi e questo gioiellino ci arriva tra le mani con una splendida illustrazione di copertina curata da Elena Miele.
Non possiamo che immergerci nella lettura per seguire le avventure del giovane Wellingborough Redburn destinato a diventare un grande viaggiatore, perchè mentre gli anni passano continua a fantasticare su paesi stranieri: «ma quello che, forse più di ogni altra cosa, mutò i vaghi sogni e i desideri in una reale decisione di cercare la fortuna in mare fu un’antiquata nave di vetro, lunga diciotto pollici circa, di fabbricazione francesce, che mio padre quasi trent’anni prima aveva portato a casa da Amburgo per farne dono a un mio prozio […] alla morte la nave era stata restituita a mio padre. […] La statua di prua, un baldo guerriero dall’alto copricapo, giace con la testa in giù nel gorgo di un mare tempestoso, sotto la prua, ma io non lo farò rimettere in piedi finchè non mi drizzerò io stesso. Perchè fra lui e me c’è un segreto legame; e le mie sorelle mi dicono che cadde nel suo sostegno il giorno stesso in cui partii da casa per andare sul mare, in questo mio primo viaggio».
Melville è una delle maggiori personalità dell’Ottocento americano e questo è possibile apprenderlo attraverso la lettura di una valida biografia perchè la sua è una vita ricca di dettagli, dal fascino che invita alla scoperta, caratterizzata dallo stesso carisma che riversa in questo romanzo, un lavoro di particolare rilevanza anzitutto per il suo approccio alla letteratura dalla quale ricava avventure ambigue, introspettive e a tratti visionarie. Mentre sfogli le pagine con gli occhi non solo ti domandi come una penna possa arrivare a scrivere tanto, ma come un uomo riesca a pensare così, restituendo una scrittura esatta attraverso descrizioni di alta qualità, tanto che lo stesso Herman diventa un testimone della parola. Ogni volta intraprende un viaggio e nei suoi romanzi c’è sempre l’urgenza di conoscere senza mai compiacersi, i suoi protagonisti non sono vanitosi, ma forti nell’anima, consapevoli dell’abdicazione dalla vita. Infatti, come scrive anche nella prefazione Dario Pontuale, «Malville non intende far riparare il soprammobile perchè è la rappresentazione dell’inevitabile andare umano, del tentativo di viaggio e dei segni del naturale logoramento dell’essere». Dopo duecento anni la potenza di questo Scrittore è rimasta intatta, certa come il mare.
HERMAN MELVILLE
La nave di vetro: Redburn la sua prima avventura
CartaCanta editore