Le otto montagne

Mettetevi comodi perché il libro Le otto montagne scritto da Paolo Cognetti è una lettura che vi chiede tranquillità e calma. Siamo nei primi anni ottanta e Pietro, il protagonista del romanzo, è un bambino che vive a Milano ed eredita l’amore per la montagna grazie ai suoi genitori che nel periodo estivo si lasciano la città alle spalle per trasferirsi in un paesino chiamato Grana, sotto il Monte Rosa.
In montagna Pietro osserva suo padre ritrovare una felicità perduta. In città è un uomo spesso arrabbiato ma quando approda in quei luoghi che definisce paradisiaci, trascina suo figlio in escursioni di ore ed ore, perché per lui far conoscere quelle cime significa trasmettere delle certezze.

 

Questa è anche la storia di una bellissima amicizia, quella tra Pietro e Bruno, si incontrano quando sono bambini e dopo aver trascorso giornate ad osservarsi decidono di trascorrere un pomeriggio insieme: “Quella sera nel mio letto faticai ad addormentarmi. Era l’eccitazione a tenermi sveglio: venivo da un’infanzia solitaria, e non ero abituato a fare le cose in due. Per calmarmi cercai una immagine nella mia testa. Pensai al torrente: alla pozza, alla cascatella, alle trote che muovevano la coda per restare immobili, alle foglie e ai rametti che correvano oltre. E poi alle trote che scattavano incontro alle loro prede. Cominciai a capire un fatto, e cioè che tutte le cose, per un pesce di fiume, vengono da monte: insetti, rami, foglie, qualsiasi cosa. Per questo guarda verso l’alto, in attesa di ciò che deve arrivare. Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro a monte. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa”

 

Pietro diventa un adolescente e da ragazzo timido ritiene necessario rompere il rapporto con suo padre perdendosi la possibilità di conoscerlo e quando diventa adulto la montagna è una occasione per seguire le tracce che suo padre ha lasciato, per ripercorrere la sua storia. Bruno vivrà sempre in montagna mentre Pietro non immagina il suo futuro solo in città, ogni anno nel periodo primaverile decide di recarsi a Grana nella casa che ha ereditato. Questa scelta non rappresenta la fuga ma aprirsi ad un altro tipo di mondo. Lui non cerca la solitudine, non cerca una vita contemplativa. Per lui è un luogo dove poter costruire la propria vita, dove alimentare i propri valori, stabilire poche relazioni importanti, provare un grosso senso di libertà, camminare per sentirsi vivo. Questo è un romanzo esistenziale, privo di retorica scritto con uno stile sobrio, spero che vinca il prossimo Premio Strega.

PAOLO COGNETTI
Le otto montagne
Einaudi