L’ultimo libro di Emma Olsen è il primo libro di narrativa straniera edito da Aguaplano, opera della esordiente galega Berta Dávila. Prima di inoltrarci nella lettura osserviamo la splendida copertina disegnata da Pablo Prado, ispirata alla graphic novel O derradeiro libro de Emma Olsen, perché rappresenta molto bene le emozioni di questa storia. Emma Olsen è una scrittrice americana che decide di tornare a Faith la città che l’ha vista crescere per trascorrere la fine della sua esistenza e per realizzare il suo ultimo libro, un racconto autobiografico. Siamo invitati a ripercorrere la vita insieme a lei in uno spazio di provincia dove le esistenze sembrano sufficienti, il silenzio riempie il vuoto tra un personaggio e l’altro, dove ad Emma interessa solo recuperare il senso della propria storia. Il ritorno diventa narrazione.
Nel raccontarci il suo passato due elementi sembrano essere basilari, il riconoscimento e la memoria. Sono molti i temi affrontati in questo romanzo, il legame dell’amicizia, l’identità sessuale, l’incomprensione familiare ma nel mio cuore, questa lettura ha rivitalizzato il concetto di ritorno. Il ritorno implica una riedificazione dell’identità perché al ritorno non ci si trova mai alla condizione di partenza, in quanto durante le peregrinazioni ci si deve adattare a usi e costumi diversi, la ragione del ritorno e anche la storia di come si conserva una identità. Emma riflette tra sé mentre lentamente si riappropria del suo mondo antico, comincia a ritrovarsi nei luoghi e riconosce le espressioni delle persone che affollano il ricordo. In questo percorso di archeologia esistenziale la protagonista sprofonda gradualmente in quel dolore utile a chiudere i conti con il proprio passato. Da questo splendido romanzo possiamo comprendere che la distanza può essere geografica oppure esistenziale dove il tempo si intreccia con la memoria, nell’esperienza del ripetersi. È negli anni che hai vissuto altrove dove riponi l’essenza della tua vita, così tornare a Faith significa conquistare un mondo che già ti appartiene.
Lo stile di Berta Dávila è acceso, concentrato sulla descrizione e sintonizzato sulle metafore, utili a togliere di mezzo ogni ovvietà. Ci sono dinamiche psicologiche che arricchiscono la riflessione del lettore, squarci poetici, rintocchi letterari. «Probabilmente ciò che mi succede è che, dentro di me, non voglio trovare il finale di questo libro. Ma dovrei trovarlo in fretta, perché ciò che ho scritto qui, a Faith, non avrebbe senso se non fosse in grado di spiegare come finì tutto, cosa successe, cosa significò per me, proprio come lo racconterei a Bill se si trovasse ad ascoltarmi seduto ora in questa stanza.»
BERTA DÁVILA
L’ultimo libro di Emma Olsen
Aguaplano Blaupause