Fantozzi forever

 

Il caro Paolo Villaggio, classe 1932, negli anni sessanta viene assunto come impiegato in una delle più importanti industrie italiane la Cosider, dove è addetto all’organizzazione di eventi aziendali tra i quali lo scambio di doni natalizi tra dirigenti e la premiazione dei dipendenti meritevoli; da questa esperienza lavorativa trarrà l’ispirazione per creare il ragioniere Ugo Fantozzi. Nel 1968 sulla rivista l’Europeo comincia a scrivere racconti tratti dai monologhi che interpretava in una trasmissione televisiva, così prende forma molto lentamente il personaggio di Fantozzi, caricatura della sua immaginazione. Nel 1974 arriva il passaggio dalla letteratura al cinema; Villaggio decide di trasportare sul grande schermo la maschera di Fantozzi, affidandone la direzione al regista Luciano Salce. Gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi suggeriscono all’attore l’inserimento nel film di una voce fuori campo, allo scopo di narrare le singole sequenze. I commenti off (recitati dallo stesso Villaggio), diventano subito un marchio di fabbrica, ponendosi in stretta continuità con i precedenti monologhi televisivi.

Molte generazioni hanno ereditato Fantozzi senza leggerlo, un personaggio tragico, l’uomo più sfortunato in assoluto che la letteratura italiana abbia mai vissuto. Si veste come un piccolo borghese, ossessionato dal potere con la paura di non lasciare traccia del suo passaggio terreno, cerca attraverso il servilismo, che mai lo contraddice, la ricerca disperata di approvazione, inchinandosi ripetutamente di fronte ai potenti. Solo in casa vuole il comando, il diritto al ‘rutto libero’, mentre è chiamato per andare a vedere la Corazzata Potemkin (lapidaria la sua recensione!). Ugo non ha speranza, il suo cognome continuamente storpiato in Fantocci, Bambocci, non capisce mai quando ridere mentre ascolta il racconto di una barzelletta. Corre in maniera sfortunata al mare, in montagna, al lavoro e per questo ha liberato gli italiani, quelli che subiscono quel tipo di cultura, dal timore di essere isolati dal vivere e dal pensare di essere destinati all’infelicità.

Fantozzi, bravo uomo e molto tenero al quale manifestiamo profonda gratitudine per averci insegnato a guardare alle piccole cose che rendono straordinariamente felici, è stato partorito dalla genialità di Paolo Villaggio, un artista che ha amato immensamente il suo mestiere. Oltre alla letteratura e al cinema vi raccomando una storia in chiave fumettistica che ho recuperato dal mio scaffale, una edizione curata con bellissimi disegni, Fantozzi forever.

P. VILLAGGIO, F. SCHIETROMA
Fantozzi Forever 
Cairo Publishing