Attaccamento e Amore

 

La Dott.ssa Anna Maria Giorgetti psicologa e psicoterapeuta si è resa disponibile per questa intervista sul libro Attaccamento e Amore scritto da Grazia Attili, chiaro e molto utile a tutti. Spiega in maniera semplice, ma non semplicistica la teoria dell’attaccamento: dalla prima relazione di attaccamento madre-bambino alla relazione nei legami sentimentali di lunga durata, illustrando in maniera puntuale le caratteristiche dell’una e dell’altra. Anna Maria Giorgetti haconosciuto la Prof.ssa Attili nell’ambito della suaformazione clinica presso la Scuola di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale per l’infanzia e l’adolescenza Humanitas di Roma. È stata suadocente e grazie ai suoi insegnamenti ha avuto il primo contatto con i postulati dell’approccio evoluzionistico.

Quando diciamo che una coppia ha una relazione sentimentale?
Ci sono quattro punti indispensabili che indicano, senza margine di errore, che quello che stiamo vivendo è vero amore.
1) Effetto mantenimento del contatto: quando preferiamo la vicinanza fisica proprio con quella persona piuttosto che con un’altra
2) Effetto rifugio sicuro: quando siamo turbati, quando siamo particolarmente stressati, quando stiamo male, fisicamente o emotivamente solo quella persona e nessun altra è in gradi di farci sentire protetti, confortati, sicuri.
3) Ansia da separazione: quando si prova tristezza solo perché quella persona non c’è.
4) Effetto base sicura: quando siamo in grado di andare ovunque, di esplorare il mondo, di girare in lungo e in largo ma anche di intessere relazioni sociali soddisfacenti, con la consapevolezza di avere sempre quella persona vicina ma soprattutto emotivamente disponibile; contrariamente immaginare l’altro che non vorrà accoglierci e ci negherà la sua accessibilità ci renderà inermi e insicuri, nonché privi di volontà ad aprirci verso l’esterno (quella persona non potrà essere la nostra base sicura).
Attenzione però perché questi 4 componenti non saranno mai presenti contemporaneamente né potranno almeno inizialmente rimandare ad un’unica persona. Diciamo che il percorso del vero amore passa attraverso quei 4 punti o meglio fasi di sviluppo.

 

Le relazioni tra le persone che hanno modelli mentali dell’attaccamento insicuri sono caratterizzate da processi comunicativi distorti in modo da assicurare una costante infelicità, perchè mai non vengono troncate di netto?
La dinamica che si instaura non è semplice, proverò a spiegarla in modo comprensibile partendo da ciò che la Attili descrive nel suo libro e che riporta alla Teoria dell’Attaccamento e a quella dei Modelli Operativi Interni (MOI) studiati ormai da una moltitudine di esperti.
I MOI sono degli schemi interni, inconsci per i non addetti ai lavori, di costruzione delle immagini interiori di se stessi e della figura di attaccamento. Questi modelli emergono dalle esperienze precoci del bambino e diventano degli SCRIPT. Lo script è un format, la conoscenza che abbiamo di certi eventi che si ripetono sempre uguali, una mappa cognitiva sulla base della quale definiamo le nostre reazioni alla luce dei quali interpretiamo il nostro comportamento e le risposte future della figura d’attaccamento (generalizzate poi ed estese alle relazioni affettive che abbiamo da adulti). In pratica il MOI attivato dalla figura di attaccamento in età adulta (fidanzato) ricalca il MOI che si innescava con quella in infanzia (genitore) e se il legame d’attaccamento è stato insicuro, evitante, ambivalente o invischiato al 75% sarà lo stesso con il partner. Ciò vuol dire che è il bisogno di coerenza dello SCRIPT uno dei motivi per cui non riusciamo a troncare di netto una relazione distruttiva.
Questo succede anche quando abbiamo avuto un attaccamento sicuro in realtà, quindi ci sono altri fattori che si concatenano al precedente e che ci impediscono di uscire da una relazione dannosa.
Il nostro partner, abbiamo detto, è la figura di attaccamento in età adulta, l’unica che ha il potere di calmarci e di quietare la nostra ansia ma è anche quella figura rifiutante, aggressiva, non protettiva o non disponibile che ci sta provocando tanto dolore. Tanto più verremo maltrattati tanto più non riusciremo a fare a meno di lui in quanto è lui e solo lui ad attivare il nostro sistema di attaccamento e quindi è l’unica persona in grado di farci sentire confortati. Senza conforto ci sentiamo persi. Ancor più quando tale persona è violenta e abusa di noi ne abbiamo una profonda paura ma nello stesso tempo un profondo bisogno perché per sopravvivere dobbiamo necessariamente ristabilire una condizione di sicurezza. Ecco qua come ci ritroviamo invischiati mentalmente in una storia infelice impossibilitati a troncarla di netto.

La struttura che assume un legame sentimentale, le distorsioni dell’amore, la scelta stessa del partner sono da ricondurre alle aspettative che ciascuno ha su se stesso e sugli altri. Da cosa sono influenzate le nostre aspettative?
Come accennavo prima, le nostre aspettative e il nostro approcciarsi e relazionarsi con il partner ma anche la modalità con cui si vive il rapporto di coppia sono influenzate dalle esperienza infantili e quindi dal rapporto avuto con la propria figura d’attaccamento.
Una volta appreso quello stile e quelle caratteristiche talvolta anche individuali della persona “particolare”, cercheremo quella figura e quelle modalità acquisite per ricevere conforto qualsiasi siano gli schemi di accudimento di cui essa è capace. I MOI che ci attivano in infanzia e che sono esito della relazione con la figura di riferimento, ci attiveranno anche da adulti e ci indirizzeranno verso la scelta di persone pressoché simili alla nostra figura di attaccamento. La storia di coppia che si andrà quindi probabilmente ad instaurare somiglierà nella struttura a quella che da piccoli abbiamo avuto con la figura d’attaccamento.

GRAZIA ATTILI
Attaccamento e amore
Il Mulino