L’intervista di novembre è dedicata al Doppiaggio ossia la tecnica che consiste nel registrare il parlato in un tempo successivo a quello della ripresa, usata anche per consentire la traduzione del film in lingue diverse dall’originale. Per questo motivo ho raggiunto Fabio Melelli, giornalista, critico cinematografico e docente universitario, è autore da solo e con altri di oltre trenta libri. In questa occasione abbiamo parlato del libro Il doppiaggio nel cinema italiano.
1) Da quale esigenza nasce questo libro?
Il libro nasce sostanzialmente per coprire una lacuna storiografica, in quanto questo argomento in passato non aveva trovato una compiuta trattazione, tanto da risultare sconosciuto anche a molti addetti ai lavori. Per noi, come già accaduto per pubblicazioni precedenti, è stata quindi l’occasione per affrontare un aspetto inedito della storia del nostro cinema. Il volume fa parte di un progetto editoriale che abbiamo elaborato con Bulzoni, progetto che comprende anche un secondo volume sul cinema di Hollywood e un terzo, di prossima uscita, sul doppiaggio del cinema europeo. Questi libri rappresentano per noi una naturale prosecuzione del nostro lavoro di giurati del festival ligure “Voci nell’Ombra”, la più importante manifestazione nazionale sul doppiaggio, originata da un ‘intuizione di Claudio G. Fava. In questi libri abbiamo raccolto anche la testimonianza dei più grandi doppiatori italiani, con l’intento di restituire questa pratica a 360 gradi, illuminandone anche gli aspetti meno noti.
2) Quali sono le origini del doppiaggio?
Il Doppiaggio nasce in Italia durante il fascismo per la precisa scelta del regime fascista di non promuovere la conoscenza delle lingue straniere. Agli inizi del sonoro, intorno al 1930, anche nel nostro paese si poteva optare per i sottotitoli, sì preferì invece l’autarchia linguistica. Questa scelta è stata ribadita con il Neorealismo, quando era necessario doppiare attori non professionisti, presi dalla strada. Oggi il Doppiaggio è una pratica irrinunciabile per noi italiani, poco propensi a vedere i film in lingua originale, e forse anche per questo particolarmente carenti nella conoscenza delle lingue straniere.
3) In alcuni film Anna Magnani è stata doppiata da Tina Lattanzi, puoi raccontarci altre curiosità che non tutti conoscono?
La storia del Doppiaggio italiano è ricca di spunti curiosi, di attori in grado di sfoggiare un camaleontismo vocale impressionante: basti pensare a Elio Pandolfi che nella sua vita ha doppiato perfino Greta Garbo, rifacendo la voce di Tina Lattanzi, Anna Magnani, per quanto per poche battute, Rina Morelli, ne “Gli zitelloni”, e Wanda Osiris, in “Nerone ’71”.
Nei film di Federico Fellini, un autentico cultore del Doppiaggio, può succedere che lo stesso attore presti la voce a più di un interprete: Oreste Lionello, doppiatore italiano di Woody Allen, è in questo campo una sorta di specialista, grazie alla capacità di mutare toni e modalità della recitazione. Senza dimenticare che alcuni grandi attori italiani sono stati doppiati da altri, all’inizio della loro carriera: singolare è il caso di Marcello Mastroianni, doppiato da Alberto Sordi in “Domenica d’agosto”.
M. GIRALDI – E. LANCIA – F. MELELLI
Il doppiaggio nel cinema italiano
Bulzoni Editore