Il Brady

 

Chi pensa che uno spettatore pagante vada al cinema solo per vedere un film, dopo aver letto queste “memorie di un proiezionista” cambierà idea: la piccola sala del Brady di Parigi ha offerto riparo a sbandati, marchettari, clochard (paganti anche loro) e li ha intrattenuti (quando guardavano lo schermo) con film di serie B, horror di pessima qualità e pellicole erotiche. L’autore, Jacques Thorens ha lavorato in sala per un paio d’anni ed ha raccolto storie di vita di questo angolo multietnico situato tra il Passage Brady (quello che si denota per gli intensi profumi dei negozi indiani) e rue Saint Denis, crocevia di prostitute cinesi, spacciatori maghrebini e parrucchieri afro. Il regista Mocky rilevò la sala per promuovere la sua prolifica e raffazzonata produzione, ma non riuscì nell’intento e tirò avanti proiettando una serie di pellicole trash che oggi sono oggetto di culto per appassionati del genere.

Brady ricostruisce un periodo di alta cialtroneria cinematografica, quando western girati in Grecia, per cavalcare il successo di Trinità, disegnavano in locandina due sagome che ricordavano da lontano Bud Spencer e Terence Hill, o quando horror girati in un castello laziale uscivano con il titolo Le spose di Dracula e venivano riproposti l’anno dopo con il titolo cambiato in Le vergini violate (tanto nel film non c’erano né vampiri né tantomeno fanciulle inviolate). Curioso è il caso del cane Clodo, protagonista di un film per bambini: quando negli anni settanta ci fu il boom dei film erotici, subì l’inserto di qualche sequenza a luci rosse e nelle repliche serali (doppiato) lo si sentiva guaire «meno male che ho le zampe corte, così posso guardare sotto le gonne!».
Brady racconta il ruolo che ha svolto, al pari dell’osteria e del circolo del dopolavoro, la sala cinematografica; si parla di un’epoca precedente all’avvento della multisala, luogo dove agli avventori del Brady non sarebbe consentito sostare in poltrona per un giorno intero (per non parlare del resto…). Il libro ci restituisce il ritratto di un quartiere di Parigi lontano dal circuito turistico e regala una carrellata di personaggi che sembrano usciti dalla penna di Daniel Pennac.

JACQUES THORENS
Il Brady
L’Orma