Scarti

Bigliettini dove è segnato un appuntamento, ricevute, libri annotati a margine, liste della spesa… sono tutte tracce che conducono a una storia colta sul momento, niente di rilevante, se non fosse che a prendere un appunto sono Stendhal, Leopardi, Montale, Rimbaud, Napoleone…  Il critico d’arte, saggista, giornalista (e potremmo aggiungere spulciatore di antiquari, rigattieri e collezionisti) Giuseppe Marcenano ha pubblicato nel 2017 per Il Saggiatore Scarti, sottotitolo appunti, lettere, scartafacci. Viaggio nel regno dimenticato della letteratura, mettendo in fila una serie di curiosità rinvenute negli anni: il libro letto da Napoleone a Sant’Elena, una cambiale non pagata e protestata di Sua Santità Pio VI, una cartolina di Alba De Céspedes al suo innamorato con un francobollo che ritrae il nonno della scrittrice “padre della patria cubana”.

Scarti è un esercizio letterario molto raffinato ed offre materiale prezioso per chi volesse ricostruire vicende note del passato osservandole da un altro punto di vista; ne è un esempio una lettera del grande tenore Enrico Caruso che, mentre era in tournée a New York, viene stato arrestato per aver fatto la mano morta a una fanciulla davanti alla gabbia delle scimmie e subito liberato dietro cauzione: la vicenda lascia intravedere, per chi sa leggere tra le righe, l’esuberanza (chiamiamola così…) tutta mediterranea dell’artista, ma anche i pregiudizi e il clima di diffidenza verso gli italiani che proprio in quegli anni erano emigrati in massa nella città. Sarà stata causale la presenza delle scimmie, notoriamente lascive (come gli italiani)? Insomma, ce ne sarebbe da scrivere!

Il tempo che passa, la celebrità che sembra immortale, la futilità di tutto e poi l’oblio: dell’opera poetica, letteraria, politica, di tanti personaggi, infatti, non resta che qualche “scarto”. Amara considerazione o un invito a considerare con più modestia la nostra operosa esistenza? Segnaliamo un’ultima curiosità: durante il Ventennio viene spedita una cartolina anonima, manca il destinatario, al posto dell’indirizzo c’è scritto soltanto “Al più grande pagliaccio d’Italia”. Il postino, in maniera un po’ incosciente o forse con malizia, chi lo sa, la recapita a Palazzo Venezia…

 

GIUSEPPE MARCENARO
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