Il libro delle mie vite

Nella filosofia esistenzialista con il termine ‘autentico’ si indica la vita vissuta nella consapevolezza della propria vocazione, è da questa prospettiva che guardo Aleksandar Hemon e la sua capacità di comunicare il potere del linguaggio in quanto utilizza la lingua come primo strumento di conoscenza e non ammette compromessi. Nella biografia Il libro delle mie vite racconta la crescita di Sasha Hemon in quindici capitoli, comincia da quando a quattro anni  vive nella Sarajevo degli anni Settanta e impatta sulla nascita della sorellina che percepita come un’intrusa, gli consente di scoprire l’incontro con l’altro.  In questo libro si mescola un romanzo maturo di formazione con la trasparenza di un saggio, un percorso che offre al lettore di compiere un’esperienza. La propria esistenza procede vita dopo vita e passa dentro la grande storia, attraversa le ansie giovanili, conosce lo spostamento, entra nel dolore, incontra la gioia di sentimenti primordiali. Quante vite dobbiamo vivere per smettere di essere domande in carne e ossa?

È difficile spendere parole per acquistare una descrizione esaustiva di un libro che chiede solo di essere vissuto. Lo stile ha l’intelligenza dell’ironia e la sensibilità del dramma, sconfigge il fallimento con una battuta e condensa nelle pagine la conoscenza umana. Ad Hemon la scrittura ha aperto le porte dell’America, in un capitolo ci spiega le ragioni per cui non lascerebbe mai Chicago, a mio avviso è uno dei più esilaranti. «Le giornate estive, lunghe e umide, quando le strade sembrano lucide di sudore; quando l’aria è densa e calda come un tè col miele; quando le spiagge sono affollate di famiglie: padri addetti al barbecue, madri che prendono il sole, figli che sfiorano l’ipotermia nelle secche del lago. Poi un’onda di aria gelida spazza i parchi, una pioggia torrenziale infradicia qualsiasi creatura vivente, e qualcuno da qualche parte, rimane senza corrente. (Mai fidarsi di una giornata estiva di Chicago)»

In queste pagine lo spirito di osservazione è definito dalla poesia. Leggere significa ricordare la propria esistenza, capire che ci sono giochi dove lo scopo è perdere e vivere significa stabilire legami. «La letteratura è un’operazione di trasformazione, l’esperienza viene esaminata attraverso una narrazione che modifica il reale, mi ritrovo in una situazione di dualità: le cose per me, in un certo senso, si verificano sempre almeno due volte, la prima nella vita e la seconda nella letteratura. E questo è bello e terribile», parola di Aleksandar Hemon.

 

ALEKSANDAR HEMON
Il libro delle mie vite
Einaudi Editore