Le ali della libertà

Stephen King è uno scrittore prolifico e spesso ha scritto dei libri che è impossibile datare, uno si intitola Stagioni diverse, contiene quattro racconti, mi occuperò del primo perchè si utilizza il carcere per scrivere di libertà. Red narra la storia di Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, lui è conosciuto come la persona che procura la roba, un traffichino, «lo faccio per lo stesso motivo per cui un buon macellaio vi venderà solo carne fresca: ho una reputazione e voglio conservarla». La storia inizia nel 1947 quando Andy Dufresne arriva nel carcere di Shawshank. A differenza di molti altri prigionieri, non è un criminale incallito ma un banchiere, accusato di aver assassinato la moglie ed il suo amante. Il carcere lo ha costretto a tirare fuori la forza, il coraggio e la perseveranza. I personaggi di questo racconto trasformeranno il lettore in un detenuto. «Fu circa cinque mesi dopo che Andy chiese se potevo fargli avere Rita Hayworth. La conversazione ebbe luogo nella sala del cinema durante un film. Di solito i film che ci facevano vedere avevano un elevato messaggio morale, e questo, Giorni perduti, non era diverso. La morale era che bere è dannoso. Era una morale da cui potevamo trarre qualche conforto».

Nel 1994 questo racconto arriva al cinema con un titolo importante Le ali della libertà, diretto da Frank Darabond con  Tim Robbins e Morgan Freeman. È inutile scrivere che la parte che prediligo del film riguarda la costituzione della biblioteca carceraria, Andy riesce in molte imprese che conducono alla libertà, la prima fu quella di ricevere scatole piene di libri e diventare bibliotecario capo per ventitrè anni. La sua forza di volontà ci insegna che la vita non può proibire un libro. Quest’ultimo, soprattutto se galeotto, è uno strumento che ti prepara un futuro, accende nell’uomo la facoltà di pensare e questa attività si chiama evasione. Ci sono tanti generi di evasione, in un carcere significa entrare dentro il tuo mondo perchè lì nessuno può arrivare e metterci le cose buone che leggi o che immagini proiettate su un muro. Quel mondo non è fatto di pietra. È un film che parla di dignità e di amicizia ma sopra ogni cosa racconta di quanto è terribile vivere nella paura e come senza di essa non esisterebbe il coraggio di rincorrere la libertà. Cosa porta dentro di sè un uomo smarrito mentre tace? A Shawshank ci sono persone che si guardano attorno e senza avere panorami inventano una ragione, una giustificazione che noi spettatori non capiremo mai fino in fondo. Questa storia ci educa a non sentirci smarriti tutto il tempo, a superare mezzo chilometro di liquame schifoso per riprendersi il libero arbitrio, a tornare dove possiamo dare un senso alle cose.

 

(Ph. Morgan Freeman. Perugia. Novembre 2018).