La lettura nella vita di un attore

INTERVISTA A DANIELE MONTEROSI

Daniele Monterosi è un attore Italiano. Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, Scuola Nazionale di Cinema di Roma, lavora in produzioni cinematografiche teatrali e televisive, in progetti nazionali e internazionali, collaborando tra gli altri con registi come Michele Placido, Paolo Genovese, Luca Manfredi, Marco Pontecorvo, Francesco Vicario, Luca Verdone, Ivan Cotroneo, Tonino Zangardi, Piero Maccarinelli, Giancarlo Sepe, Malcolm Mackay, Robert Dornhelm, Jeoffrey Barish. Come drammaturgo con Natale a Casa Mizzelthoff, ha vinto il premio nazionale Michele Mazzella dedicato alla drammaturgia per i giovani. Ha collaborato tra gli altri con il Teatro Brancaccio di Roma, Accademia Nomos, il festival di Castrocaro, il festival di Solarolo, il Festival Controcorrente e diverse compagnie teatrali in Italia.

In questo contesto ci siamo confrontati sull’importanza della lettura nella vita di un attore. La domanda è sempre un momento di crescita e il significato di una risposta agevola sempre la scoperta e l’apertura verso il nuovo.

  • Cosa comporta per un attore leggere a voce alta oppure interpretare un personaggio di fronte a una platea?

Personalmente approccio al testo nello stesso modo e con l’intenzione di arrivare nel migliore dei modi al pubblico. Un attore prima di arrivare ad un leggio si prepara come si prepara ad interpretare un ruolo, ciò che differisce è la messa in scena che non è totale e la regia. In questo periodo ad esempio sto approcciando alla drammaturgia contemporanea perché racconta i bisogni del momento a cui non riusciamo a dare un nome. Il drammaturgo contemporaneo riesce a dare un nome e racchiude in un contenitore delle emozioni e sensazioni che viviamo e che non riusciamo a tradurre in parole. Mi piace immergermi nei ritmi che ci sono in un testo e nelle capacità che un autore riesce ad esprimere grazie all’utilizzo variegato delle  parole. Mentre leggi questi testi ritrovi un sentire e dei sentimenti spesso contestualizzati a questo periodo storico.

  • Da un testo scritto nascono delle splendide esperienze, cosa puoi raccontarci in merito?

Lo scorso anno  mi chiamarono per dirmi, hai cinque giorni di tempo per preparare sei interventi per lo show Bohemian Symphony  on The Queen Orchestra, all’interno della terza edizione dell’Ostia Antica Festival. Ho curato dei brani, che dirigono la scaletta musicale, per raccontare i Queen, soprattutto i pensieri  di Freddie Mercury un artista che ha fatto e detto talmente tante cose che non ho potuto non mettermi al suo servizio. I testi in questione l’ho scritti prendendo degli spunti dal  libro Parole e pensieri di Freddie Mercury. 

  • Vuoi raccontarci di un tuo lavoro cinematografico tratto da un libro?

Voglio parlarti del caso L’isola dell’angelo caduto  è un bellissimo libro di Carlo Lucarelli. Un genere noir e anche gotico. Nel 2011 Carlo scelse di fare la regia al film tratto da questo libro, io sono il coprotagonista insieme a Gianpaolo Morelli. La cosa curiosa è che questo film viene presentato al Festival di Roma nel 2012 e poi per una serie di sfortunate vicissitudini, anche la morte di uno dei componenti del cast  che stava portando avanti il discorso postproduzione, il film sparisce. Non esiste nemmeno una copia  e  questo è un mio grande cruccio, interpretavo Valenza, un medico confinato un personaggio molto bello, mi chiese ricerca e studio. Mentre un altro caso di lavoro cinematografico riguarda un film in uscita A mano disarmata e prende spunto dal libro e dalla storia reale di Federica Angeli,  giornalista di Repubblica che vive a Ostia  sotto scorta perchè ha denunciato la mafia, sarà interpretata da Claudia Gerini. Mi sono documentato anche con il libro dal quale è tratto il film.

  • Quindi nella preparazione di un personaggio si predilige la lettura dei libri?

Un libro è una ricchezza infinita per un attore, di spunti di suggestioni  per indagare una realtà che non può essere  inserita all’interno di una sceneggiatura. Quindi entrare in un libro è sempre una occasione, mi comporto come fossi un cane da tartufo per scovare sfumature legate al personaggio, i suoi  modi di fare che  non sono state trasportate nella sceneggiatura.

  • In questo periodo cosa leggi?

Tanti libri di crescita personale e formazione. La lettura è guidata anche dalla necessità e il periodo che vivo mi  chiede di  affrontare nuove sfide, così leggo libri come  Fattori 1% di Luca Mazzucchelli, Correre naturale di Daniele Vecchioni , Opus di Pietro Trabucchi.

  • Nella vita di un uomo la lettura non è un bisogno primario. Secondo te quanto è importante leggere? Possiamo veramente fare a meno di essere dei lettori?

Bellissima domanda. Una domanda che merita una bella metafora:  una vita senza lettura è come una carbonara senza il guanciale (ridiamo!). Se non leggi ti perdi quel sapore che ti insegna delle cose. La lettura è un modo per allargare questa “scatoletta cranica” che in questi tempi  rischia di essere livellata al tipo di comunicazione televisiva o dei social, la comunicazione tout court. Leggere ci aiuta a ricordare che pensare e vivere sono cose che si possono ampliare. Ricordo una frase, i leader sono dei buoni lettori,  dovremmo imparare ad essere leader di noi stessi.