La spinta verso la lettura dei romanzi di Grazia Deledda è arrivata tanto tempo fa, dopo aver appreso dalla sua biografia che è stata un’amante della letteratura russa per tutta la vita. Ho immaginato che fosse impossibile non trovare nella sua scrittura traccia di questa formazione e infatti ritrae la vita e gli uomini per come sono, per come ha imparato a conoscerli. Lei è una scrittrice sarda, precisamente nasce a Nuoro nel 1871 ed è la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la letteratura italiana, nel 1926. Tesori nascosti è un piccolo racconto, straordinario, capace di brillare di una luce potente, per me è stata una lettura breve, senza fine. Edito dalla casa editrice CartaCanta il racconto fa parte della collana curata da Dario Pontuale, Giro del Mondo.
È la storia di un ingegnere alto e ossuto, Glaus, che si dirige a cavallo, verso una piccola isola dopo la morte del proprietario di una cava di piombo argentifero, con la speranza di acquistarla per riprendere i lavori di scavo. «Bello, disse l’ingegnere a voce alta; mentre il cavallo abbassava la testa con la voglia di dissetarsi a quell’erba più fresca dell’acqua, egli osserva che dalle ultime cime dell’albero pendevano numerosi orecchini di corallo: erano ciliegie.» La bellezza della natura lo distrae, ma per poco, Glaus resta concentrato sugli affari, si mette in cerca della vedova e della figlia del proprietario, che troverà. E poi è necessario leggere per scoprire.
Capolavoro di profondità, dove in ventuno pagine Deledda riesce con grazia a restituire la minuziosa descrizione del paesaggio come metafora della vita, a delineare attraverso il protagonista la miseria, forse apparente, della condizione umana e alla fine riconosce (sempre) il valore dell’imprevisto. Quando sei una Scrittrice riesci esattamente in questa fatica che risiede nello spendere le parole giuste, e non quelle necessarie, per esprimere la caratura di una storia. Come riconosciamo uno Scrittore o una Scrittrice? Probabilmente sono coloro che dimostrano che la bellezza non risiede necessariamente in cosa si narra, ma come si riesce nell’impresa di narrare. Le innumerevoli immagini scorrono sotto gli occhi del lettore, resteranno anche dopo aver letto la parola ‘fine’. Questo racconto è un universo in miniatura, spero un tesoro non più nascosto.
GRAZIA DELEDDA
Tesori Nascosti
Carta Canta Edizioni – Giro del Mondo