Le nuvole sono l’esempio che cercherò sempre di seguire, sono delle grandi mani dolci e calde, imprevedibili ma materne, giuste e sagge. Questo piccolo libricino contiene tanta filosofia, intesa come scienza che aiuta l’uomo, perché esaurisce dubbi con cui un qualunque sognatore ha sempre dovuto confrontarsi e indica una strada per una vita più semplice e strettamente legata alla natura, e non solo a Dio. Dio è un uomo come tutti noi, che ha avuto la fortuna di vedere e imparare tutto prima degli altri, ma perfino le nuvole ne sanno più di lui. Questo fa pensare che forse non ci sarà mai una fine a questa scala gerarchica convenzionale, perché anche prima delle nuvole c’è stato qualcuno o qualcosa e se esse sono ancora qui, ci sarà anche lui, lei o ciò. In natura non comanda nessuno ed è per questo che lì si sta bene, dobbiamo cercare di convivere e accettare tutto e tutti, senza stare sempre a giudicare noi stessi e gli altri, perché la vita è spinta dal vento e non sapremo dove ci porterà.
Le nuvole, scientificamente, sono condensazioni di vapore acqueo e ghiaccio che vagano nell’atmosfera e ogni tanto scatenano precipitazioni, molto spesso innocue e rinfrescanti. E poi? Credo che ad un certo punto tutti si chiedano cosa ci sia oltre questa brutta e fredda definizione del fenomeno “nuvola”. Io stessa molte volte mi sono chiesta se quella nuvola che stavo guardando non mi stesse leggendo nel pensiero rappresentando proprio ciò a cui stavo pensando, oppure se mi fosse amica e mi seguisse ovunque andassi. Poi arrivavano dei giorni in cui nel cielo non c’erano nuvole o c’era una nuvola unica e allora non valeva più. Quante volte mi sono ritrovata a guardarle per trovare risposte o ispirazione. In questo libro, Peppe Millanta inizia la sua “tergiversazione” e spiega perché le nuvole sono un esempio, ci guida in una scoperta di esse come entità e non più come fenomeno: le nuvole hanno un moto, una forma, un tempo, uno sguardo, un nome, un ciclo e un mutare. Il Moto delle nuvole insegna a sentirci liberi di andare, a girovagare e a non controllare il nostro movimento, sono spinte dal vento e danzano senza musica, o almeno su una musica che soltanto loro possono sentire. La Forma è ancora più caratteristica: oltrepassa l’idea di forma stessa e contiene tutte le forme perché le nuvole acquisiscono la forma di ciò che rappresentano per noi in quel momento, sono uno specchio in cui involontariamente proiettiamo qualcosa.
Potreste giurare di non aver mai riconosciuto qualcosa in una nuvola? A volte rappresentano ciò che non riusciamo a spiegare, per questo l’autore le ritiene “l’atto poetico della natura”, perché sono “l’elemento naturale che più si avvicina alla metafora”. Il Tempo, forse l’aspetto più difficile, è sempre: le nuvole sono antiche e costanti quindi non hanno un inizio né una fine. A questo punto l’autore collega direttamente il sogno alla nuvola attraverso un quadro, ‘L’impero della luce’ di Magritte diviso in due parti, il giorno quella superiore e la notte quella inferiore, al centro la finestra illuminata rappresenta il sogno e la fantasia, che percorre entrambe le realtà imponendosi come costante e costanza della vita, così come il tempo agisce sulle nuvole.
Le nuvole hanno lo Sguardo sull’infinito e proprio per questo, esso consola perché ci comprende, ci abbraccia, e nei momenti di estrema tristezza abbiamo bisogno di sentirci parte di qualcosa e di essere capiti senza nemmeno dover parlare. Il loro Nome invece è strettamente legato alla nostra creatività: ciò che ci rende tali è proprio la capacità di “dare un nome alle cose, attribuendogli un significato” e “controllare la realtà”. Essendo una tergiversazione è giusto che ci siano digressioni. Questo è il caso della storia di Luke Howard che per primo vede le nuvole come qualcosa di unico e non come parte di qualcos’altro e diventerà il ‘Namer of Clouds’. Abbiamo poi il Ciclo delle nuvole, a mio avviso il punto più bello e sì ovviamente perché sono una romantica: esso è il loro muoversi da un punto ad un altro, senza che però ci siano addii dolorosi, e il perché è chiaro in una lunga e bellissima similitudine sull’amore, che vi invito e leggere senza indizi né anticipazioni. Ma scopro che le nuvole sono fatte anche di “noi”, perché composte di acqua, elemento che lega ogni essere vivente sulla Terra avendone un goccino tutti quanti, e che quindi sono un “eterno ritornare” da un posto all’altro. Ed infine, il Mutare: il cambiamento. Il loro perpetuo accettare quello che succede, essere sempre pronte a divergere, a deviare. Le nuvole sono un regalo quotidiano e sorprendente, come lo è stato per me questo immenso libro.