di Francesco Patrizi
Furukawa Hideo scrive una lettera a Murakami Haruki in cui gli in cui gli chiede se può fare una variante di un suo racconto, Una lenta nave per la Cina, contenuto in L’elefante scomparso. Murakami acconsente e così nasce Una lenta nave del la Cina. Murakami RMX, pubblicato da Sellerio nel 2020.
In cosa consiste questo RMX (sigla che sta per remix)? Il termine si riferisce ad un dj che prende un brano famoso, gli cambia il ritmo e inserisce qualche variante, ma qui alla consolle c’è uno scrittore e l’operazione di remix è una riscrittura molto particolareggiata. Vediamola nel dettaglio.
Il jazz, l’arte della variazione del tema, è il nume tutelare dell’operazione, non a caso il titolo del racconto è una traccia contenuta nell’album inciso dal sassofonista Sonny Rollins con il Modern Jazz Quartet, A slow boat to China. Murakami non lo esplicita, Furukawa invece cita il cd e la traccia e lo fa all’interno di una scena onirica in pieno stile Murakami; nel racconto originale non ci sono scene di sogno, ricorrenti in altre opere dello scrittore giapponese, nel RMX l’onirismo viene ripreso con l’intento di rendere riconoscibile l’omaggio, di ricreare lo stile del modello originale. Il protagonista di Murakami si chiede quando è stato che ha conosciuto la prima persona cinese e, alla fine del racconto, fa una riflessione: «non sono tipo da viaggiare, non andrò mai in Cina».
Il RMX parte proprio da questo tema e costruisce un plot narrativo attorno ai tre tentativi falliti del protagonista di andare in Cina. Nell’originale, il protagonista non ama ricordare con precisione i fatti accaduti nel passato, preferisce che intervenga la fantasia a modificarli; ricorda dunque (non con esattezza) quando venne iscritto in una scuola di lingua cinese «in capo al mondo». Anche il protagonista del RMX viene spedito, in quanto ragazzino indisciplinato e ribelle, in una scuola su un’isola lontana, in capo al mondo.
In Murakami, c’è il ricordo della prova di ammissione, ricostruita come un lungo monologo-assolo dell’insegnante cinese a cui risponde il silenzio del bambini; “Silenzio” ripetuto più volte come una pausa musicale. Nel RMX l’assolo è quello di una bambina logorroica, che parla con tutti senza che nessuno la ascolti; solo il protagonista riesce ad interrompere il suo solipsismo.
Nell’originale, la seconda persona cinese incontrata dal protagonista è una ragazza iscritta all’università, che condivide una stanza con il fratello. Nel RMX il protagonista apre un locale, assume uno chef che viene presto sostituito dalla sorella; in breve tempo si innamora di lei.
In Murakami, il ragazzo accompagna la ragazza a prendere il treno, lei sale su quello sbagliato, torna indietro arrabbiata pensando sia colpa di lui, poi lo perdona e riparte su quello giusto; lui si accende una sigaretta e getta inavvertitamente il pacchetto di fiammiferi dove era scritto il numero di telefono di lei; non si rivedranno più.
In Furukawa la ragazza dice al telefono al ragazzo che sta per prendere un aereo, se lui arriverà in tempo, partiranno insieme altrimenti andrà da sola; lui prende il treno, ma un guasto della linea lo sblocca; non si rivedranno più.
Murakami costruisce una trama di occasioni mancate, di lapsus e di coincidenze, che bloccano la partenza del ragazzo. In Furukawa i tentativi di fuga del ragazzo vengono deviati e lo riportano al punto di partenza. Entrambi i racconti, dietro a questi viaggi mancati, celano una riflessione sulla morte.
Nel racconto originale, il protagonista riceve un colpo in testa e ripensa ad una frase detta quando era incosciente: «Non c’è problema, basta togliere la polvere e lo si può mangiare. In quei momenti mi metto a pensare alla mia esistenza in quanto essere umano e alla strada che dovrò percorrere d’ora innanzi. E tali considerazioni mi conducono a riflettere su una cosa sola, la morte. Pensare alla morte per me è una faccenda a dir poco confusa. E non so perché, mi ricorda il mio primo cinese». Furukawa recupera questo senso di smarrimento facendo fare al protagonista un sogno ricorrente: si trova in una stanza in cui tutto fluttua, ondeggia, c’è il cd di musica jazz, la sensazione di trovarsi su una barca in mare aperto… ecco allora che la nave per la Cina, che Murakami non esplicita ma suggerisce velatamente, diventa in Furukawa la metafora del viaggio nell’aldilà, sfiorato, mancato, rimandato.