Intervista a Eleonora Marangoni
E siccome lei è una originalissima raccolta di racconti dove Eleonora Marangoni non racconta Monica Vitti con il solito approccio biografico, ma attraverso quarantasette personaggi femminili che la grande attrice ha interpretato in trentacinque anni di carriera. La bellezza di questo libro è anche quella di riuscire a rivalutare dei film semplicemente dimenticati.
1) Chi è Eleonora Marangoni?
Una scrittrice italiana. Anche se, chissà perché, secondo Google faccio la sceneggiatrice.
2) Come hai approcciato a questo progetto?
Da diversi anni desideravo scrivere di Monica Vitti, ma non sapevo bene come: cimentarmi in una biografia non interessava, e non desideravo nemmeno raccontarla come « personaggio ». A legarmi a lei erano soprattutto i suoi ruoli, i film che aveva interpretato. E quindi a un certo punto l’idea che ho avuto è stata quella di partire proprio dai personaggi: inventare per ognuno un supplemento di storia, uno spazio in più che mi permettesse al tempo stesso di scoprire qualcosa in più di lei e di loro. E forse anche di me.
3) Leggendo questo libro si comprende che sognavi raccontare Monica Vitti. Sarebbe stato possibile sviluppare questa idea con un’altra attrice italiana?
No, per me no. Era proprio lei che volevo raccontare.
4) Lo stile cambia da un racconto all’altro, immagino che descrivere 47 film non comporta solo intaccare la forma, ma il filo rosso è la poetica e sentimento nei personaggi che descrivi. Come hai scelto i dettagli e i gesti?
Molte volte l’idea mi arrivava guardando il film. Da un dettaglio o da un gesto, una frase contenuti in una delle scene. Spesso anche dai posti in cui il film era girato. Non avevo un metodo preciso, ogni volta era come ricominciare di nuovo. E cercare una voce, uno stile che sentivo fedele al personaggio che volevo raccontare.
5) Il libro contiene delle bellissime foto dell’attrice, hai sofferto durante la scelta?
Sofferto è un parolone, ma diciamo che non è stato facile selezionarne una ventina. Ne avevo accumulato molte durante le mie ricerche. Era importante sia cercare di mostrare la versatilità della Vitti che restare in contatto con l’idea che avevo di lei. È così succede con le persone che ci sono più vicine: ci sono immagini (come espressioni, e momenti) in cui ci sembrano più « loro », altre in cui stentiamo quasi a riconoscerle. La scelta iconografica è stata fatta sia per coprire i trentacinque anni di carriera, ma anche per raccontare i suoi tanti volti e guidata da un istinto attraverso cui filtravo le immagini che meglio mi sembravano appartenerle.
6) Le mie interviste si concludono con la domanda di rito: nella vita di un essere umano la lettura non è un bisogno primario. Possiamo veramente fare a meno di essere dei lettori?
Se lo siamo diventati, lo restiamo, credo. Magari con dei periodi di pausa, di allontanamento dalla lettura. Ma rinunciare ai libri a un certo punto equivale a rinunciare a una parte di noi stessi.
Photo copyright: Alessandro Obinu.