Un’ombra ben presto sarai

Mi è scoppiato nel cuore un amore di Argentina: il labirintico Borges, il realismo della narrazione di Roberto Arlt e oggi Osvaldo Soriano. Nasce a Mar del Plata il 6 gennaio del 1943, arriva a compiere 18 anni senza aver mai letto un libro perchè era dedito esclusivamente al gioco del calcio che lascerà a causa di un infortunio al ginocchio. Egoisticamente è stata una fortuna per noi lettori che oggi possiamo godere dei suoi libri. Soprannominato dai suoi amici, il gordo, il ciccione, Soriano si dedicò all’attività giornalistica prima dell’esilio e poi visse per molti anni a Parigi tra donne, cronache sportive e racconti, per tornare in patria e fondare il quotidiano “Pagina/12”.  Il tratto distintivo del suo umore è la malinconia, ma sempre con il coraggio di uno scrittore carico di energia in perenne conflitto con l’accademia e gli editori, creatore di antieroi e amante dei suoi adorati gatti. Morirà prematuramente ma ha fatto in tempo a farci appassionare di viaggi che non portano da nessuna parte.

Quello che accade durante uno staordinario on the road che intitola Un’ombra ben presto sarai, scritto nel 1990, edito da Einaudi. Il protagonista del libro è un ingegnere, solo e senza un nome, mentre parte dall’Europa per tornare nella sua Argentina. Insieme a lui faranno pezzi di strada persone dal dubbio futuro che circolano liberamente nel romanzo. È stato il mio viaggio interiore mentre conoscevo la cartomante o quando osservavo un sordomuto vicino alla sua bellissima compagna; oppure amavo la fragilità in Lem e le fantasticherie di Coluccini. Tutto in un immortale movimento, dove sentire e non comprendere è l’unica cosa che conta.

Il titolo del romanzo è qualcosa che ti ripeti mentre balli il tango perchè quei movimenti nascono dall’intenzione di prendersi più vita possibile nel tempo concesso, la scrittura di Soriano è un truco dove sceglie di restituirci il gioco migliore, quello illuminante. Rielabora un mondo in base alle sue regole in compagnia dei suoi personaggi. Convoca gli sconfitti, gli imperfetti, gli eroi feriti proprio nel punto dove la sua malinconia riesce a identificarsi. Lo scrittore prova un affetto profondo per questi poeti della vita che creano spazio perchè pensano che non esista, così nascono pagine meravigliose che contengono la narrazione di destini. È impressionante come il cielo abbia deciso di mettere tanto talento  nella testa di un uomo che ha gestito con arte sia i piedi che le mani e anche se qualcuno ha spezzato questi viaggi intrapresi, Soriano aveva capito tutto: «c‘è un momento per ritirarsi prima che lo spettacolo diventi grottesco; Zarate. Quando uno è sulla pista lo capisce. Magari il pubblico applaude come impazzito ma uno, se è vero artista, lo sa».

OSVALDO SORIANO
Un’ombra ben presto sarai
Einaudi Editore