Chiedilo a Shakespeare è un testo raffinato e colto che si può attraversare da un capo all’altro con grande piacere. Cesare Catà è un adolescente quando percorre l’Europa in treno e accade di leggere l’Amleto ed avere una folgorazione, un incontro vitale prima che intellettuale. Come scritto nel prologo è importante affidarsi a ciò che un libro vuole dirci come se esso ci conoscesse più di quanto noi conosciamo noi stessi. Affidarsi a questa lettura significa molte cose ad esempio comprendere che interrogare l’essenza della vita per un essere umano non è ovvio e neanche scontato, anzi dovrebbe essere considerato un potere che ci appartiene. I dieci capitoli sono dei sentieri utili per la ricerca della propria anima dove poter incontrare i personaggi delle sue storie: se non capisci come un essere umano possa essere capace di cose tanto orribili ti ci vuole il Macbeth, se pensi che non combinerai mai niente di buono nella vita, ti ci vuole Enrico V, se soffri d’ansia ti ci vuole Otello, se ti è capitato qualcosa che non riesci ad accettare ti ci vuole La tempesta. Al centro della lettura è posto il nostro inconscio perchè il Bardo scrive senza partire da ciò che osserva fuori ma da ciò che guarda dentro, per lui è chiarissimo che la natura umana è insondabile, caratterizzata da tratti di psiche non confessata, dove i personaggi apparentemente si scontrano con un destino cieco, in verità il dramma è presente nella propria interiorità. Il carattere di un essere umano è il suo destino. Ancora una volta Cesare Catà mette a disposizione la sua cultura e la capacità di far brillare di semplicità argomenti complessi che spesso sono restituiti da problematici tecnicismi.
Comprendiamo che Shakespeare non ha un proposito intellettuale mentre scrive i suoi drammi e le sue commedie, semplicemente ha l’intento di attrarre le persone a teatro, per questo motivo nelle sue storie è presente una dose importante di intrattenimento, la potenza filosofica e lettareria è quasi una coincidenza, ossia un ingrediente che appartiene alla personalità di chi ha scritto l’immensità di trentasette opere. Una delle prospettive filosofiche che ci restituisce con forza facendo uso del sogno, riguarda l’idea che la vita umana è comprensibile come un’opera teatrale; una visione che allegerisce periodi complessi dove è necessario portare zavorre!
La grandezza del Bardo risiede nel suo essere multiforme, basta comprendere come racconta la potenza del sentimento e la considerazione dei suoi vari aspetti: se sei preoccupato/a perchè pensi che non troverai mai l’amore della tua vita ti ci vuole Molto rumore per nulla, se il tuo amore ti lascia ti ci vuole Antonio e Cleopatra, se non riesci ad innamorarti nostante incontri splendide persone ti ci vuole Romeo e Giulietta.
Ho fatto bene a chiederlo a Shakespeare, mi ha risposto che la malinconia non è un peso e che se guardi attentamente un problema vedrai anche la sua nobilità.
CESARE CATÀ
Chiedilo a Shakespeare: gli antidoti del Bardo al mare delle nostre pene
Ponte Alle Grazie