La pace come un fiume

Leif Enger prima di essere uno scrittore è un lettore accanito, il suo romanzo preferito è Moby Dick; leggere per lui significa riadattare il pensiero che si porta dentro. Nasce nel 1961 a Osakis, Minnesota, dove oggi vive in una fattoria di 56 ac, ubicata in un strada senza uscita. Nel 2000 pubblica il suo primo romanzo, La pace come un fiume mentre in Italia Fazi annuncia l’uscita solo nel 2002 con la traduzione di Laura Pugno. Enger quando scrive pensa ad un lettore che non sta leggendo ma sta viaggiando, forse per questo motivo ci mette nella condizione di attraversare la storia come arrivare in una terra straniera, dove restare soli per un po’ e tentare di scoprire un mondo estraneo per tornare nel tuo e sembrarti più grande. In questo romanzo si raccontano le avventure di una famiglia degli anni sessanta in Minnesota, a raccontare cosa accade è Reuben Land un bambino di undici anni che vive con il padre Jeremy, abbandonato dalla moglie, e i suoi fratelli, Davy e la simpaticissima Swede. Il padre è un sognatore, un uomo criticato dalla comunità ma amato dai suoi figli. Un giorno accade un fatto, la storia subisce una virata che catalizza il lettore, proponeso a correre fino all’ultima pagina, deve e vuole scoprire cosa sta accadendo. 

«Sin dal mio primo respiro in questo mondo, tutto ciò che ho sempre voluto sono un buon paio di polmoni e l’aria per riempirli – qualcosa di scontato, potreste ritenere, per un neonato americano del ventesimo secolo. Pensate al vostro primo respiro, un vento sconvolgente che con estrema facilità vi si infila giù per i polmoni, mentre voi siete ancora lì che vi rigirate nelle mani del medico. Che urlo avete fatto! Non avevate in mente altro che la colazione, e stava per arrivare». Lo stile magnetico, il susseguirsi dei fatti caratterizzati da personaggi straordinari sono gli ingredienti utilizzati in una storia apparentemente inventata; Enger dichiara di aver osservato nel mondo ogni piccolo frammento. Ritrovare la propria dignità è un piccolo grande miracolo nell’esistenza di un essere umano, quel rispetto che dovresti sentire verso te stessa, quasi ad essere ovvio, ma ovvio non è. Quando la mancanza di dignità si tramuta in comportamento la strada è persa ma può accadere di ritrovarsi; è il miracolo di questa storia. Recuperare una copia del libro al momento è molto complicato, purtroppo. Spero che un giorno torni ad essere distribuito, ogni lettore merita di guardare le stelle: «Eppure me ne stavo ancora lì, rannicchiato dietro la stalla. Era una notte senza luna e le stelle fanno poca luce, anche le vecchie stelle familiari che ora enumeravo, il grande Orione con la cintura e la spada appesa, il cane Sirio alle calcagna, l’Orsa con la sua stella vagabondo, Arturo. Erano più brillanti di come le avessi mai viste, ma il mondo davanti si ergeva buio e vuoto».

 

LEIF ENGER
La pace come un fiume
Fazi Editore